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lunedì 4 marzo 2013

“LA SEMPLICITÀ INGANNATA”, L’8 MARZO DI MARTA CUSCUNÀ: DONNE E LIBERTÀ NEGATA NEL ‘500

Nascere femmina, nel 1500, poteva facilmente significare essere destinata a un matrimonio combinato o alla monacazione forzata. Un orizzonte di privazione delle libertà attendeva le giovani donne del sedicesimo secolo: ma non tutte si rassegnarono a un destino che appariva inesorabilmente segnato dalle volontà delle famiglie.

“LA SEMPLICITÀ INGANNATA”, L’8 MARZO DI MARTA CUSCUNÀ: DONNE E LIBERTÀ NEGATA NEL ‘500È una nuova storia di resistenze femminili ante litteram, nella sera della festa della donna, “LA SEMPLICITÀ INGANNATA”, lo spettacolo che l’attrice e autrice friulana Marta Cuscunà presenta venerdì 8 marzo (ore 21) al Teatro Astra di Vicenza, nuovo appuntamento della stagione FATTI DI VITA 2012-2013.
Alle ore 14 Marta Cuscunà incontrerà i ragazzi delle scuole superiori e dopo lo spettacolo incontrerà il pubblico del Teatro Astra. Il giorno seguente alle 18, invece, sarà ospite del Presidio Permanente No Dal Molin nell’ambito dell’iniziativa “The day after” con una lettura tratta dalla biografia di Ondina Peteani, prima staffetta partigiana d’Italia.
Marta Cuscunà - menzione d’onore come attrice emergente alla 27ma edizione del Premio Teatrale Eleonora Duse, vincitrice di Last Seen 2012 e già Premio Scenario nel 2009 per l’impegno civile – propone con questo spettacolo la seconda tappa di un percorso che ha come filo conduttore il tema delle Resistenze femminili in Italia, e che era iniziato con “È bello vivere liberi!”, applauditissimo lavoro su Ondina Peteani. Sul palco, insieme all’autrice e interprete, anche i pupazzi di Belinda De Vito, per uno spettacolo co-prodotto daCentrale Fies e Operaestate Festival Veneto.
“Durante la lotta di Liberazione, le giovani partigiane avevano avuto un’intuizione molto importante nel considerare la donna come una risorsa fondamentale per la pace e la giustizia, quindi per la società – spiega Cuscunà -. Ma poco si sa di alcuni importanti tentativi di emancipazione femminile avvenuti in Italia già nel Cinquecento, immediatamente soffocati e dimenticati. Con questo nuovo progetto teatrale vorrei dare voce alle testimonianze di alcune giovani donne che, in quel periodo, lottarono contro le convenzioni sociali, rivendicando libertà di pensiero e di critica nei confronti dei dogmi della cultura maschile; e soprattutto libertà di inventare un modello femminile alternativo a quello che da sempre gli uomini appiccicavano addosso all’altra metà dell’umanità”.
LA SEMPLICITÀ INGANNATA” è liberamente ispirato alle opere letterarie di Arcangela Tarabotti, a “Lo spazio del silenzio” di Giovanna Paolin e alla vicenda storica che vide protagoniste le Clarisse di Udine.  “Le monache del Santa Chiara di Udine – spiega Cuscunà – attuarono una forma di Resistenza davvero unica nel suo genere. Queste donne trasformarono il convento udinese in uno spazio di contestazione, di libertà di pensiero, di dissacrazione dei dogmi religiosi e della cultura maschile con un fervore culturale impensabile per l’universo femminile dell’epoca. Ovviamente l’Inquisizione cercò con forza di ristabilire un ferreo controllo sul convento e su quella comunità di monache, ma le Clarisse riuscirono a resistere per anni facendosi beffe del potere maschile e creando, dentro il Santa Chiara, un’alternativa sorprendente per una società in cui le donne erano escluse da ogni aspetto politico, economico e sociale della vita”.
“Oggi c’è estremo bisogno di parlare di Resistenze femminili – conclude l’autrice – perché nella nostra società la figura femminile è molto contraddittoria: da un lato abbiamo bisogno di garantire per legge la presenza minima delle donne in politica attraverso le quote rosa; dall’altro proprio le donne sono al centro della vita mediatica in quanto merce di scambio tra politici e imprenditori corrotti… LA SEMPLICITÀ INGANNATAracconta da quali semi è nata la rivendicazione delle donne nel Cinquecento, nel tentativo di ridare slancio a una rivoluzione di cui non sentiamo più il bisogno, e forse non per un caso fortuito, ma per una precisa strategia che, anche se con modalità apparentemente diverse, ci schiaccia ancora sotto lo strapotere maschile”.
Per la realizzazione di questo spettacolo, è stato sperimentato un progetto di produzione teatrale partecipata e indipendente: il microcredito, un finanziamento che viene restituito con l’eventuale acquisto di una replica dello spettacolo. Un’esperienza che ha come obiettivo uno sviluppo teatrale sostenibile dal punto di vista sociale ed economico e la creazione di una coesione sociale tra artisti e realtà teatrali e culturali.
I biglietti (13 euro intero, 11 ridotto, 1,50 diritti di prevendita) possono essere acquistati in prevendita presso l’Ufficio del Teatro Astra oppure sul sito del Teatro Astra (circuito Greenticket) con carta di credito. La sera di spettacolo la biglietteria del Teatro apre alle ore 20.
A partire dalle ore 20 è a disposizione del pubblico il parcheggio della Provincia di fronte al Teatro. Data la capienza limitata, si consiglia di arrivare con anticipo.
Prima e dopo lo spettacolo sarà attivo il punto di ristoro Equobar, con i suoi prodotti di caffetteria, pasticceria e snack equosolidali, biologici e a km zero.
“FATTI DI VITA 12-13” è curato da La Piccionaia-I Carrara Teatro Stabile di Innovazione per l’Assessorato alla Cultura del Comune di Vicenza con il sostegno di Ministero dei Beni Culturali, Regione del Veneto, Provincia di Vicenza, Circuito Teatrale Arteven, Fondazione Antonveneta e Askoll, in collaborazione con Hotel Palladio e Associazione Curare a Casa.
Informazioni per il pubblico: Ufficio Teatro Astra, Stradella Barche 5, Tel. 0444 323725,

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