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mercoledì 9 ottobre 2013

Fitzcarraldo teatro: Cà Shin - 12 ottobre Teatro Sensoriale a spettatore unico

Sabato 12 ottobre a Cà Shin

Serata sensoriale
da vivere e da gustare


Sabato 12 ottobre a Cà Shi una serata dedicata ai sensi con lo spettacolo Agave di Fitzcarraldo teatro - compagnia teatrale di Roma nata nel 2008, formata da un gruppo di assistenti sociali e alcuni ragazzi non vedenti - e cena bendata. Dalle ore 19:30 ingresso cadenzato allo spettacolo, uno spettatore ogni 3 o 4 minuti fino alle 22:30 (ingresso ad offerta libera, il ricavato andrà a Fitzcarraldo Teatro)

dalle 20.00 Cena bendata. Gusto, tatto, olfatto, udito… affidarsi ad altri sensi per assaporare il cibo intensamente.(la cena è su prenotazione 051 589419)

 

Fitzcarraldo teatro presenta:

AGAVE
Teatro Sensoriale a spettatore unico

drammaturgia e regia
Marco Florio


con
Rosanna D'Amato,
Marco Florio,
Claudio Bruno,
Ilaria Cerreto,
Chiara Guidoreni

 

Agave è un percorso sensoriale dove lo spettatore, dopo essere stato bendato, verrà accompagnato da ragazzi non vedenti all'interno di un labirinto alla ricerca di se stesso, scoprendo il valore e il significato del buio, del silenzio e della totale assenza di riferimenti spazio-temporali. Solo, con il proprio corpo come unico strumento per procedere, lo spettatore si troverà a viaggiare; metterà alla prova la propria capacità di sapersi affidare all'altro, al diverso, allo sconosciuto; si lascerà guidare nella sua ricerca della soluzione.

(lo spettacolo è adatto anche ai bambini )

 

Sembra che le prime forme di scrittura siano state ritrovate su foglie di agave.
Agave: una delle Baccanti, accecata dalla propria devozione, esiliata dallo stesso Dio che l'ha resa assassina di suo figlio.
Agave: la parola, e la sua etimologia.
Agave: la pianta, e la sua semplice e straordinaria esistenza.
Queste le radici dove attinge e cresce il 
nostro Agave.
Osserviamo e attraversiamo la vita senza mai entrarci 
dentro. Senza mai scendere sotto la superficie. Ogni nostro passaggio leviga ciò che percepiamo fino a renderlo piatto, liscio, muto. Come quella parte di marmo, o di bronzo, delle statue, lusingata e resa lucida dall'insensato passaggio di migliaia di mani curiose. Come la cartolina del viaggiatore, collezionata e archiviata come "Ricordo di..", quasi fosse una figurina da incollare nell'album della memoria, ma senza odori, senza profondità. L'ennesimo viaggio che presto sarà oblio, confuso con altri, identico nella forma a tanti altri viaggi. Anonimo. Mai davvero vissuto. Percepiamo la vita attraverso i nostri sensi. Elaborare ciò che viviamo dovrebbe essere il passo successivo nella strada della comprensione.
Nel percorso della vita, non facciamo altro che cercare chi siamo e capire chi sono gli altri, e in questa duplice ricerca ci perdiamo nel labirinto della vita dove ogni angolo può rappresentare l'inizio di una nuova esperienza,  dove ogni corridoio preso o lasciato potrebbe essere determinante per il nostro futuro. L'uscita, la soluzione al labirinto, è il fine ultimo, ma sta nella ricerca la ragione stessa del procedere. Un labirinto dove riscoprire, a volte scoprire per la prima volta, che il nostro corpo sente il mondo attraverso canali sensoriali spesso trascurati,  spesso utilizzati solo in parte, o addirittura mai. Chi ne è privo ne conosce davvero il valore,  chi ne è privo, allora, ci può insegnare ad utilizzarli, ad apprezzarli, e in definitiva a vivere assumendo un altro punto di vista. Ma per far questo occorre entrare proprio in quel labirinto dei sensi e accettare l'idea che il miglior modo di ritrovarsi è proprio perdersi.

Dopo il silenzio e il buio, piovono parole, singole lettere, elementi di base per un nuovo alfabeto; ciascuno osserva il mondo dalla propria finestra, dal proprio personale e privato pezzo di vetro. Magari sperimentando punti di vista differenti. Magari mettendo in discussione quello che si è sempre creduto, vedendo e ascoltando in modo nuovo, rigenerato.
Dopo circa trent'anni l'Agave muore, ma lascia un fiore. Una speranza, un altro modo di comunicare, un altro tassello del rebus.
Il tempo cambia le cose, ma anche la magia lo fa.

Marco Florio

 

Fitzcarraldo Teatro

nato il 18 Aprile 2008.  Ha prodotto e realizzato:

- Due seminari universitari (Anno Accademico 2008/2009 e 2009/2010 Sapienza Università di Roma) sull' utilizzo del teatro come strumento per l'assistente sociale e per tutti coloro che, a diverso titolo, lavorano con la disabilità.

- Tre Corsi di teatro integrato (tutt'ora in corso)

- "Medea" di L.A. Seneca; regia di Marco Florio

- "In Alto Mare" di S. Mrozeck, regia di Marco Florio (con ragazzi con sindrome di down e studenti universitari)

- "Agave", scritto e diretto da Marco Florio (con ragazzi sordi, ragazzi ciechi e studenti universitari)

- "Berenice", scritto e diretto da Marco Florio

- "Cecilia" scritto e diretto da Marco Florio

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