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martedì 9 dicembre 2014

La foto del martedì. Come non riconoscersi?

Oltre lo schermo di un PC si oltrepassa la realtà virtuale.
Un mi piace, quasi, si trasforma in ossessione.
L’ansia di pubblicarsi su un social network per nascondersi e la narrazione è scrittura da ritrovare e il capire un amore tra distanza, ricordi e tabacco.

La Casa delle Culture offre spettacoli assai particolari e interessanti. Dal 4 al 7 dicembre è stata luogo portavoce de La foto del martedì di e con Giovanni Bonacci. La visione alla tedesca del teatro, le poltrone che piombano a precipizio sul palco e il posto in prima fila, ci ha permesso di ammirare l’ampio spazio adibito per la recitazione. Tre sedie e foto di Ekin Bayurgil  e Giulia Golfi,  proiettate sullo sfondo componevano la scena. Questo e nient'altro, a parte le belle luci curate da Aurelio Rizzuti.

Giovanni Bonacci si è presentato al pubblico senza cedere una volta. Energico e lineare nella sua prestazione e con un’inflessione impeccabile. Ci ha veramente colpiti. Narra una storia. Le diverse intonazioni della voce rendono vivi i protagonisti, Luca Nardi, Laura, Gregorio e Stefano. La scrittura, il social network, il lavoro, l’amore, la solitudine, le amicizie e le parole sono contesto della storia. Il personale punto di vista di chi parla diventa molte riflessioni. Una performance caratterizzata dal gioco di luci e di ombre, dai movimenti del corpo, libere e importanti gestualità, mentre gli spazi temporali scandiscono ritmo, suono e recitazione. Evocazione di sensazioni e di immagini, di abitudini, di caffè e di fumo, di penna e di idee, e, il sapore della scrittura si insinua nell’atmosfera dell’istante. Dolcemente. 

Luca Nardi e la sua vita. Indeciso e confuso è perso dietro un’idea, il suo racconto, il suo sogno.
La stesura di un manoscritto e la sua eventuale pubblicazione. Ciò che è chiuso dentro il mondo dello scrittore e la crisi del vuoto.  Come si struttura una storia? Che sfondo deve avere?  I suoi pensieri giornalieri, le ossessioni, i quali, tra il lavoro e l’amore lo fanno deconcentrare, facendo svanire l’incanto in poco tempo. Per mancanza di attenzioni Laura lo lascia sottolineando la solitudine in coppia e le sue aspettative, il desiderio di un figlio.  Luca si immerge nei ricordi. La distanza rende tutto possibile. Forse ci si sente più vicini e, rincontrandosi dopo l’estate, dichiara il suo amore.

Perché le donne comprendono prima degli uomini? Perché lavorano per due?  Sottolineando l’importanza delle parole e dei sentimenti, oggi persi per mancanza di comunicazione e di sinceri fraintendimenti, si entra anche in contatto con la realtà di Facebook Nasce una dissertazione sul mi piace questo elemento. Ciò che si nasconde dietro un vuoto, sul guardare e non vedere. Rimanere nascosti, per distrarsi, diviene pubblicare foto personali per intrecciare pensieri e far nascere una storia per un appuntamento settimanale interattivo.

Tutto a portata di un click. La foto del martedì. Un’allarmante visione sul sociale dove ognuno è solo. Per conquistarsi un posto nell’irreale è tutta una corsa nel farsi notare grazie a momenti che durano il tempo di un click. Un’attesa infinita di like e di commenti per creare discorsi intorno allo scorrere della propria vita, pure essendo altrove. Appagamento dell’ego per non risultarne vuoti. Giovanni Bonacci ci dona un testo poetico, il quale, mediante frasi emblematiche e significative, sottolinea, come l’equilibrio sia importante, sia nella scrittura che nella vita quotidiana.

...le persone che ci capiscono meno sono quelle che ci conoscono di più...come, ...le cose ben fatte vanno sempre a braccetto con l’abitudine...secondo lui.  Possibile si debba ri-partire da queste riflessioni per raggiungere le persone e poter vivere di elementi semplici, quali il dialogo, l’utilizzo di carta e penna e più accortezza quando si scrive?
A quanto pare si.

Annalisa Civitelli

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